Crescono i “rifiuti del COVID-19” e con essi anche la necessità di gestirli per evitare che diventino la nuova minaccia ambientale, e mentre le associazioni ambientaliste avvertono che mascherine e guanti stanno scalando la classifica di rifiuti abbandonati nell’ambiente, un gruppo di esperti dell’University of Petroleum and Energy Studies, in India si è ingegnato per trovarne un sistema di gestione ecosostenibile.
Lo studio mostra come lo strato plastico di propilene, contenuto in miliardi di articoli DPI usa e getta, possa essere convertito in biocrude, un tipo di combustibile sintetico, attraverso un processo chimico capace di abbattere i polimeri ad alte temperature – tra i 300-400 gradi centigradi- in assenza di ossigeno.
La coautrice Bhawna Yadav Lamba afferma che questo processo è tra i metodi di riciclaggio più promettenti e sostenibili, soprattutto rispetto all’incenerimento. “La pirolisi è un processo chimico comunemente usato, i cui vantaggi includono la capacità di produrre elevate quantità di bio-olio, facilmente biodegradabile. C’è sempre la necessità di combustibili o risorse energetiche alternative per soddisfare le nostre esigenze energetiche. La pirolisi della plastica è uno dei metodi per mitigare la nostra crisi energetica”.
Foto di Ri Butov da Pixabay
Commenti 4
Mi interessa l’argomento come si può fare per avere informazioni in merito ed eventualmente creare una nuova attività che preveda il riciclaggio di questi polimeri
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Buongiorno Giuseppe, per adesso si tratta di una ricerca sperimentale, ma terremo informati i nostri lettori sui prossimi eventuali sviluppi.
Buona giornata!
Vi ringrazio della solerte risposta
E resto in attesa di Vs ulteriori informazioni in merito
Grazie
Giuseppe Cudia
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Grazie a lei e a presto!