L’eco-tessuto green dagli scarti del cocco
Presentato il primo filato di rayon al Planet Textiles 2018. La startup australiana Nanollose ha creato un sistema…
31/05/2018
31/05/2018
La startup australiana Nanollose ha creato un sistema di produzione tessile a basso impatto ambientale partendo da batteri e rifiuti, che si inserisce direttamente all’interno del nuovo trend ecologico che ha contaminato il settore dell’abbigliamento, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell’industria da materie prime ecologicamente gravose.
Nasce così Nullarbor, fibra ottenuta grazie alla conversione microbica della biomassa in cellulosa. La materia prima è costituita dagli scarti dell’industria del cocco ma il processo può potenzialmente adattarsi a diversi tipi di rifiuti organici, utilizzando pochissima acqua ed energia.
Attualmente l’azienda utilizza sottoprodotti della noce di cocco provenienti dall’Indonesia, che sono sintetizzati e trasformati in fibre di viscosa tramite la tecnologia brevettata dalla startup. Ma per portare il Nullarbor sul larga scala, la startup è pronta ad aprire le porte della sua “fermented fashion” (letteralmente “moda fermentata”) anche agli scarti dei birrifici e delle aziende vitivinicole, considerando che il processo di produzione dei filati ed eco-tessuti non richiederà per i produttori di abbigliamento nessun intervento sui macchinari.