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Materiali edili ed economia circolare

Si chiama ZECOMIX, ed è l’impianto pilota italiano che trasforma le scorie siderurgiche e dei cementifici in “spugne”…

25/06/2020
Si chiama ZECOMIX, ed è l’impianto pilota italiano che trasforma le scorie siderurgiche e dei cementifici in “spugne” per l’anidride carbonica.

25/06/2020
ZECOMIX (Zero Emission of CarbOn with MIXed Technologies), l’infrastruttura di ricerca “flessibile” che sorge presso il Centro ENEA Casaccia è giunto ad un nuovo traguardo.

L’impianto nato per integrare in un unico processo diverse tecnologie per la decarbonizzazione dell’industria energivora, oltre alla produzione di idrogeno e l’accumulo energetico, porta avanti anche tutte le tecnologie in grado di inserire le emissioni di carbonio in contesto di economia circolare (cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2).

Una delle soluzioni testate nell’impianto pilota riguarda l’impiego degli scarti siderurgici e cementizi per ‘immagazzinare’ anidride carbonica e, contemporaneamente, produrre materiali edili di qualità e a basso costo. 

“Gli scarti non andranno più a finire in discarica ma serviranno a catturare la CO2 prodotta”, afferma Stefano Stendardo, ricercatore ENEA. “E una volta esaurita la loro capacità di stoccare anidride carbonica, questi ‘nuovi’ materiali saranno reimmessi nei processi industriali stessi per la produzione di cemento e di acciaio, o utilizzati come inerti per fondi stradali”. Un circolo perfetto che offre vantaggi concreti a più di un settore.

I produttori di acciaio, ad esempio, potrebbero trasformare i propri rifiuti in materie prime per la produzione di malte o calcestruzzi. E in questo caso i vantaggi ambientali sarebbero doppi: da una parte si limiterebbe l’uso di nuove risorse, dall’altra si avrebbero a disposizione materiali edili di alta qualità. La carbonatazione, ossia il processo di reazione con la CO2, permette infatti di migliorarne le quali chimiche e fisiche. Lo stesso processo più essere applicato alle ceneri e alle scorie prodotte dai termovalorizzatori e persino ai residui di costruzioni e demolizioni.

“Ci aspettiamo i risultati più promettenti dagli scarti siderurgici”, sottolinea il ricercatore Enea. “La sola produzione di acciaio da ciclo integrale, escludendo la fase iniziale di produzione di ghisa, genera ogni anno, a livello mondiale, circa 126mln di tonnellate di scorie che, con le nostre tecnologie, potrebbero stoccare da 6 a 9 mln di tonnellate di CO2 e produrre nuova materia prima”.

Grazie all’estrema flessibilità e al basso impatto ambientale dei processi sperimentati, ZECOMIX si è guadagnato un posto come infrastruttura europea in ambito ESFRI (European Science Foundation Research Infrastructure) ed è stato nel progetto europeo ‘ECCSELERATE’.

Foto: www.enea.it

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