A Bologna è stato realizzato uno show room dedicato a vestiti e accessori composti da materiali recuperati e riciclati. Punto Sostenibilità, è il nome del progetto ideato e creato da Fondazione Fashion Research Italy, attiva dal 2015, per valorizzare ancora di più il settore del Made in Italy. Anche la moda si mostra così, attenta al tema della sostenibilità e impegnata nel contribuire ridurre il proprio impatto ambientale lungo tutta la filiera.
Le aziende coinvolte nel progetto provengono per lo più dai grandi distretti tessili italiani, quasi 100 aziende che hanno consegnato in archivio di 1.500 pezzi. L’archivio è innovativo nel concetto e nella realizzazione e ospita soluzioni già industrializzate e immediatamente, disponibili per la produzione in piccola o larga scala. Lo spazio risulta così non solo un luogo da visitare per vedere la realtà di una moda differente e che sta cambiando insieme al contesto in cui è inserita, ma anche una vetrina per quelle aziende che vogliono proporre i propri prodotti e indirizzare le proprie risorse in questa direzione. Ciascuno dei campioni presenti nello show room, dai tessili alle cerniere è chiaramente descritto, riportandone sia le specifiche tecniche, che le certificazioni correlate così da far comunicare in modo trasparente gli stessi prodotti.
“Sono passati molti anni da quando ho letto i primi report sull’inquinamento prodotto dall’industria della moda, ma ricordo ancora lo sconcerto che ho provato” spiega il Presidente della Fondazione FRI, Alberto Masotti. “Il settore in cui lavoravo e che tanto amavo era la seconda attività più inquinante del mondo e ancora oggi, purtroppo, la strada verso l’evoluzione green è lunga, nonostante sia ormai evidente che un cambio di passo è non solo necessario, ma indispensabile. Mi consola vedere che le nuove generazioni sono più attente a questi temi e ne sentano l’urgenza: la mia più grande speranza è che la Fondazione possa essere un punto di riferimento, anche fisico, per i nuovi designer e tutte le realtà imprenditoriali sempre più consapevoli della necessità di convertirsi ad una produzione che tuteli l’equilibrio ambientale”.
Foto di Ksenia Chernaya da Pexels