Come essere energeticamente autonomi: guida
Essere energeticamente autonomi è un desiderio di molti consumatori, spesso stanchi delle dinamiche del mercato elettrico. Oggi se…
16/06/2025
16/06/2025Essere energeticamente autonomi è un desiderio di molti consumatori, spesso stanchi delle dinamiche del mercato elettrico. Oggi se ne sente parlare sempre di più, dal momento che le possibilità per diventare energeticamente autonomi stanno crescendo e diventano sempre più accessibili.
Il mercato elettrico degli ultimi anni, infatti, ha mostrato una certa instabilità. Ecco perché i consumatori vanno sempre più alla ricerca di soluzioni che permettano loro di essere energeticamente autonomi. Ma come si fa?
Cosa vuol dire autonomia energetica?
Il concetto di autonomia energetica nasce come capacità di un consumatore (sia esso un singolo cittadino ma anche una famiglia o un’impresa) di slegarsi dalla rete elettrica pubblica, producendo autonomamente l’energia necessaria alle proprie esigenze.
Nel tempo il concetto di autonomia energetica si è evoluto, parallelamente alle modalità sviluppate per raggiungerla. Oggi infatti essere autonomi energeticamente non significa abbandonare il supporto di un fornitore energetico ma piuttosto contribuire alla produzione della propria energia.
Perché essere energeticamente autonomi?
L’autonomia energetica dà diversi vantaggi, proprio perché permette di staccarsi dall’imprevedibilità del mercato elettrico. Per citare solo i principali, abbiamo:
- risparmio e bonus – raggiungere l’autonomia energetica permette di risparmiare, riducendo la spesa in bolletta ed evitando i rincari del mercato;
- controllo e sicurezza – diventare indipendenti energeticamente significa anche essere più attenti e consapevoli;
- sostenibilità ambientale – l’autonomia energetica va di pari passo con la diffusione delle energie rinnovabili, che permettono di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera e contribuiscono quindi alla salvaguardia del pianeta.
Autonomia energetica a piccoli passi
Il primo passo verso l’autonomia energetica è acquisire maggiore consapevolezza del proprio ruolo di consumatore. È il consumatore che sceglie e acquista e quindi il suo ruolo è quello di scegliere e acquistare con criterio, premiando i produttori virtuosi e onesti. Essere consapevoli significa operare delle scelte attente e responsabili, che tengano in considerazione tutta una serie di fattori.
La consapevolezza si traduce anche in un utilizzo più attento dei beni (in questo caso, l’energia). Monitorare i propri consumi energetici ed evitare gli sprechi consente di limitare la spesa in bolletta e anche essere meno dipendenti dall’energia stessa.
Per riassumere, inizia il tuo percorso di autonomia energetica con:
- maggiore attenzione nella scelta dei fornitori di energia
- maggiore consapevolezza dei tuoi consumi e delle tue reali necessità energetiche (cioè il tuo fabbisogno energetico)
- monitoraggio costante del consumo energetico per comprendere dove migliorare e ridurre gli sprechi
- azioni di ottimizzazione dei consumi energetici (isolamento termico, miglioramento classe energetica di casa, lampadine LED, ecc.)
Tre modi per essere indipendenti
Se in passato l’unico modo per essere indipendenti era quello di installare un proprio impianto, oggi esistono alternative più semplici e pratiche. Vediamo le tre principali modalità per ottenere l’autonomia energetica.
1. Installare un impianto fotovoltaico
La prima modalità, quella più nota e diffusa, è quella di installare dei pannelli fotovoltaici sul proprio tetto di casa. Si tratta di una soluzione adatta a chi abita in una casa di proprietà e possiede spazio sufficiente sul tetto domestico: alternative come il fotovoltaico da balcone o il fotovoltaico sul tetto condominiale sono spesso insufficienti e portano più complicazioni che benefici.
Con un tetto ben esposto al sole e la possibilità economica adatta a un investimento di questo tipo (si parla di un costo che va dai 5.000 agli 8.000 € per circa 3kW), un impianto fotovoltaico domestico è sicuramente un modo di rendersi indipendenti energeticamente e slegarsi dal mercato elettrico.
Tuttavia, bisogna sottolineare come nella maggior parte dei casi l’impianto domestico non sia necessario a soddisfare il fabbisogno energetico. Dunque, spesso si ricorre a batterie di accumulo che fanno lievitare ulteriormente i costi (con una spesa aggiuntiva tra i 1.000 e i 6.000 €).
2. Costituire una Comunità Energetica Rinnovabile
Una seconda alternativa relativamente recente sono le CER, cioè le Comunità Energetiche Rinnovabili. Si tratta di una forma di autoconsumo diffuso che è stata normata dal cosiddetto Decreto CER, n. 414/2023, che le ha ufficialmente riconosciute e regolamentate.
Le CER mettono insieme imprese e cittadini con l’obiettivo di condividere energia rinnovabile, il che genera degli incentivi che possono poi essere utilizzati a scopi sociali nel territorio di riferimento della CER stessa.
Si tratta quindi di un progetto dalla forte impronta etica, che supporta il tessuto sociale e richiede la partecipazione attiva dei cittadini. Tuttavia, costituire una Comunità Energetica è complesso. Ogni CER deve prevedere la realizzazione di impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile e deve essere caratterizzata da un atto costitutivo e da uno statuto.
Per questo, costituire una Comunità Energetica può rappresentare un impegno oneroso che non tutti hanno la possibilità di affrontare, sia in termini di tempo che in termini di competenza in materia.
3. Produrre energia a distanza
La terza modalità di cui parliamo è nata proprio per essere accessibile a chiunque. Se le CER hanno un alto livello di difficoltà e l’impianto fotovoltaico domestico è dispendioso e non sempre fattibile, la produzione di energia a distanza rappresenta una soluzione aperta a tutti.
Si tratta di un’opzione ormai consolidata e nata nel contesto delle cooperative energetiche. Le cooperative energetiche non sono CER, benché l’obiettivo sia molto simile: favorire la diffusione delle rinnovabili e portare un beneficio concreto alle persone che contribuiscono alla causa.
Ma come funziona la produzione di energia “a distanza”? Il meccanismo di base è molto semplice. Le persone entrano a far parte di una cooperativa energetica e finanziano la realizzazione di un impianto fotovoltaico condiviso, diventando “proprietari” di una sua porzione. L’impianto viene così realizzato e inizia a produrre energia, che sarà poi autoconsumata da coloro che ne hanno acquistato una quota.
Si tratta di un autoconsumo virtuale ma che permette a tutti gli effetti di abbattere i costi in bolletta e raggiungere l’autonomia energetica, senza gli svantaggi di un impianto domestico (manutenzione, pulizia, assicurazione).
Essere energeticamente autonomi con le Acli
L’autonomia energetica è un obiettivo che anche le Acli di Verona cercano di raggiungere, grazie alla collaborazione con la cooperativa energetica WeForGreen.
Con WeForGreen è possibile produrre energia a distanza e risparmiare in bolletta, consumando energia pulita ed evitando l’emissione di CO2 in atmosfera.
Se vuoi conoscere meglio la cooperativa WeForGreen e scoprire le agevolazioni riservate ai soci e utenti delle ACLI di Verona, clicca qui!