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Comunità energetiche e Comuni

Intervista a Marco Bailo, Sindaco di Magliano Alpi (CN), uno dei primi Comuni italiani ad aver realizzato una…

09/02/2023

Intervista a Marco Bailo, Sindaco di Magliano Alpi (CN), uno dei primi Comuni italiani ad aver realizzato una Comunità energetica rinnovabile (CER).

09/02/2023Concorrendo alla riduzione della dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabile e a migliorare la sicurezza energetica di tante famiglie ed imprese, le Comunità energetiche sono un ambito di forte interesse anche per gli enti locali da tempo impegnati nella promozione dell’utilizzo di energia pulita, nello sviluppo di progetti di efficienza energetica per ridurre gli sprechi e nell’implementazione di politiche sviluppate per incentivare la transizione verso fonti di energia sostenibile.

Tuttavia, questa propensione si può scontrare con le potenziali complessità sottese alla costituzione e alla gestione di una Comunità energetica che ne rendono articolata, anche se non impossibile, la realizzazione da parte dei Comuni. 

Comunità energetiche e Comuni

Per fornire qualche utile consiglio a tutti quei Comuni che stanno valutando l’ipotesi di abbracciare questo modello, riportiamo l’intervista a Marco Bailo, Sindaco di Magliano Alpi, in provincia di Cuneo, realizzata da Verona Network. Nel 2020 il Comune ha aderito al “Manifesto delle Comunità Energetiche per una centralità attiva del Cittadino nel nuovo mercato dell’energia”, promosso dall’Energy Center del Politecnico di Torino e da allora, con l’impianto fotovoltaico installato sul tetto del Palazzo comunale della propria città, condivide l’energia pulita prodotta proponendosi come coordinatore della CER (Comunità energetica rinnovabile) oltre che produttore e consumatore.

Ci racconti di Magliano Alpi. Com’è il territorio ed il tessuto sociale di questo Comune?

Magliano Alpi è un piccolo Comune in provincia di Cuneo, con 2.127 abitanti. È un comune di origini rurali, dove l’attività principale è l’agricoltura e anche l’artigianato, con la piccola e media impresa. Abbiamo anche una discreta zona industriale dove le lavorazioni principali sono soprattutto legate al legno. Siamo all’uscita del casello autostradale di Carrù, sull’asse della Torino-Savona.

Quando avete iniziato a pensare alla costituzione di una Comunità energetica?

Siamo partiti con il progetto della Comunità energetica nel lontano 2020. In quel periodo, dato il rallentamento delle attività lavorative a causa della pandemia, abbiamo avuto modo e tempo di pensare e grazie ad un contatto con l’Ing.Sergio Olivero del Politecnico di Torino, che si era fatto promotore del Manifesto delle Comunità Energetiche per una centralità attiva del Cittadino nel nuovo mercato dell’energia” promosso dall’Energy Center, abbiamo deciso di aderirvi. Abbiamo quindi iniziato a divulgare questo manifesto sul nostro sito e sui giornali locali per cercare di spiegare ai cittadini che cosa concretamente volesse dire costituire una Comunità energetica. E così alla fine del 2020 siamo riusciti a costituirne il primo caso italiano.

Qual è stata l’esperienza e l’iter che avete seguito?

La nostra è stata un’esperienza che è partita completamente da zero. Non c’erano altre testimonianze di Comuni da cui poter attingere, quindi abbiamo studiato un progetto ex novo, e anche grazie all’aiuto del segretario comunale abbiamo elaborato un atto costitutivo, abbiamo creato un’associazione non riconosciuta e abbiamo creato questa piccola CER. A oggi, la nostra Comunità energetica vede due impianti produttivi da 20 kW sul tetto del Comune e della palestra scolastica. Da lì siamo partiti a cercare un po ‘di soci da fare entrare all’interno di questa CER che è ancora collegata a una cabina di trasformazione da media a bassa tensione e pertanto con raggio di azione limitato.

Con la normativa attuale purtroppo le CER sono costrette ad essere molto piccole, quindi anche il numero di soci ovviamente è molto ristretto, circa una quindicina. Siamo sempre stati seguiti e supportati dall’esperienza dell’Ing. Olivero e da Luca Barbero, del Gruppo GOCER. Abbiamo poi coinvolto alcuni progettisti e installatori locali proprio per far partire concretamente la realizzazione di questa Comunità energetica, che non si ferma alla semplice installazione di pannelli fotovoltaici ma consiste proprio nella creazione di un gruppo che condivide l’energia in rete.

Per fare un esempio pratico: se come Comune sono produttore di energia pulita e in una giornata di sole produco 100 kW, consumandone circa 40 per in autoconsumo (ad esempio per il fabbisogno degli uffici), i 60 kW rimanenti li andrò a condividere con i soci che hanno aderito alla Comunità energetica e in questo modo ricevo dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) un bonus pari a 110 €/MWh, oltre al prezzo di vendita dell’energia immessa in rete.

Quali sono i vantaggi che avete riscontrato finora?

Siamo sicuramente riusciti ad abbattere la nostra bolletta energetica. Inoltre, avendo avviato anche un progetto di elettrificazione, nel palazzo comunale abbiamo eliminato la caldaia a gas e installato una pompa di calore totalmente elettrica. 

A questo aggiungerei il beneficio economico citato prima, dato dai 110 €/MWh di bonus CER. Infine, ma non ultimo, c’è un beneficio sociale, considerando che il fatto di creare una Comunità energetica ha richiesto anche la creazione di quel senso di appartenenza a una comunità che durante il Covid era stato azzerato, mettendo di nuovo in gioco la volontà di far parte di qualcosa.

Che consiglio darebbe ai Sindaci che stanno valutando questo modello?

Io credo che questo sarà l’anno delle Comunità energetiche: sono tante le Regioni che si stanno muovendo in questa direzione, senza contare poi tutte le risorse che arriveranno dal PNRR. In particolare, c’è una misura per i Comuni con meno di 5.000 abitanti che prevede 2,2 miliardi per tutti coloro che costituiranno una CER. Quindi sicuramente l’invito che faccio i miei colleghi Sindaci è quello di studiare questa normativa, essere pronti, avere dei progetti nel cassetto da tirare fuori nel momento in cui verranno pubblicati questi bandi.

La normativa è in continua evoluzione, quest’anno dovrebbero uscire i decreti attuativi alle Comunità energetiche di cabina primaria. Questo significa che si potranno creare delle Comunità energetiche sovracomunali che abbracceranno un territorio molto più vasto. Quello che suggerisco è di iniziare già a programmare per essere pronti. Oltretutto ho letto una recente dichiarazione del ministro Pichetto, il quale afferma che «i soldi del PNRR per l’efficientamento energetico non saranno più soldi a prestito ma saranno soldi a fondo perduto». Bisogna metterci la faccia, prendere per mano i cittadini e guidarli verso questa nuova frontiera. Se vogliamo arrivare all’autonomia energetica, come già fanno alcuni paesi nord Europa, credo che questa sia l’unica strada percorribile e che debba essere percorsa il più presto possibile.

Guarda qui la video intervista realizzata da Verona Network.

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