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Tecnologie innovative dalle microalghe sarde

Questo progetto di ricerca sardo svilupperà tecnologie innovative e bioprodotti di valore utilizzando come materia prima le microalghe.…

05/07/2018Questo progetto di ricerca sardo svilupperà tecnologie innovative e bioprodotti di valore utilizzando come materia prima le microalghe.

In Sardegna il futuro dell’innovazione ambientale è scritto nelle microalghe. Il Cinsa, Centro interdipartimentale ingegneria e scienze ambientali dell’Università di Cagliari, sta selezionando i ceppi locali da coltivare e trasformare in bioprodotti di valore.

L’iniziativa fa parte del progetto COMISAR, che Cisna sta conducendo in collaborazione con il Centro di Ricerca Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4). I partner si sono dati 30 mesi di tempo per sviluppare tecnologie innovative basate sull’utilizzo di questi organismi: si partirà dall’individuazione dei ceppi algali e terreni sardi più adatti alla coltivazione ottimizzando la tecnologia di estrazione per finire con la realizzazione di un impianto pilota di un impianto pilota. “Il tutto – spiega Giacomo Cao, responsabile scientifico del progetto – con importanti ricadute in campo ambientale. Infatti, sono applicabili al riutilizzo di anidride carbonica da gas di scarico, alla depurazione di reflui urbani e alla produzione delle bio-plastiche”.

L’iniziativa tende la mano direttamente al tessuto industriale: sono già undici le imprese coinvolte con l’obiettivo di riunire un cluster di aziende formato da realtà agricole che potranno implementare questo tipo di tecnica colturale, a quelle che si occuperanno della realizzazione degli impianti e della commercializzazione dei prodotti ottenuti.

I vantaggi di questa iniziativa che rientra fra i 35 progetti collaborativi promossi da Sardegna Ricerche attraverso il Programma “Azioni cluster top-down”, sono diversi: crescono velocemente, sono in grado di prosperare in acque ricche di nutrienti, possono assorbire CO2 insufflata nel mezzo di coltura e trasformarla in materia organica e sono in grado di crescere anche in climi caldi e in acqua salata senza sottrarre superfici utili all’agricoltura.

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