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Comunità energetiche come fenomeno sociale (prima ancora che energetico)

Intervista a Marco Pezzaglia, ingegnere elettronico e fondatore del gruppo Professione Energia Nel corso del convegno intitolato Dalla…

13/07/2023

Intervista a Marco Pezzaglia, ingegnere elettronico e fondatore del gruppo Professione Energia

13/07/2023Nel corso del convegno intitolato Dalla Lucense a ForGreen: 100 anni di Comunità energetiche, uno spazio è stato dedicato ad alcuni interventi autorevoli in tema di Comunità energetiche. Uno di questi ha avuto come protagonista Marco Pezzaglia, ingegnere elettronico e fondatore del gruppo Professione Energia, intervistato da Matteo Scolari, Direttore di Verona Network.

Quali sono i vantaggi delle Comunità energetiche rispetto al modello energetico tradizionale?

Il vero beneficio delle Comunità energetiche è quello di portare nel territorio un modello di sviluppo che parte dalla produzione diffusa di energia da fonte rinnovabile. Nel modello tradizionale gli utenti pagano il sistema, ed il sistema poi paga qualcun altro affinché si occupi di sviluppare nuova produzione da fonte rinnovabile. In questa catena l’utente finale non è attore, ma semplice utilizzatore in cambio di un corrispettivo da versare. Le Comunità energetiche, in quanto modelli collettivi, sono qualcosa di più. Sono modelli in cui gli utenti hanno la possibilità di investire e percepire un beneficio economico.

Ma allora perchè un sistema incentivante ricco, come quello a cui sono stati soggetti gli impianti fotovoltaici negli anni passati, non è riuscito a far sviluppare questi modelli a livello locale? La risposta sta nella mancanza di partecipazione diffusa, poichè era più facile sviluppare un grosso impianto rispetto a svilupparne tanti piccoli. È chiaro invece come con le CER si promuova lo sviluppo di tanti piccoli impianti e la partecipazione di tanti soggetti beneficiari.

Quali sono le sfide più comuni che le Comunità energetiche affrontano durante la loro implementazione e gestione?

La principale sfida di una CER è di carattere informativo. Ovviamente i numeri relativi a costi, benefici e flussi energetici hanno un grande valore, ma a prescindere dalla loro bontà, questo tipo di iniziative hanno bisogno di comprensione e partecipazione attiva da parte dei propri membri.

Se la CER vuole essere un modello capace di coinvolgere gli utenti, che ovviamente non sono esperti del settore, è necessario che il modello venga raccontato con cura. Vengo al punto: la politica ha fatto il suo lavoro, ha fatto le leggi e ha stabilito i principi nel nostro ordinamento nazionale, ma la comunicazione sulle Comunità energetiche non può essere solo di tipo politico. Serve una comunicazione tecnica che aiuti gli utenti nella comprensione di quelli che possono essere i reali effetti di questi innovativi modelli di produzione energetica.

Come si promuove la partecipazione attiva dei cittadini all’interno di una Comunità energetica?

Mi piace pensare alle Comunità energetiche come un fenomeno sociale prima ancora che energetico. Se riusciamo ad entrare in una logica nuova di comunicazione, intesa come comunicazione sociale, e far filtrare all’interno del pubblico la percezione che questi modelli energetici siano realmente realizzabili, allora probabilmente si riuscirà a raggiungere il risultato. Questa è la vera sfida e per vincerla è necessario sistemare i numeri, ma soprattutto comunicare in maniera adeguata, corretta, trasparente e veritiera il modello ed i suoi effetti.

In che modo ritiene che il modello ForGreen possa contribuire allo sviluppo futuro delle Comunità energetiche?

Parlando con gli amici di ForGreen, ho avuto più volte modo di far loro notare come, a prescindere dalla normativa, la loro esperienza costituisse già a pieno titolo una pionieristica forma di Comunità energetica. Nel 2011 non esistevano le condizioni normative che conosciamo ora, ma ForGreen ha trovato il modo per far dialogare produzione e consumo e far partecipare tante persone a questo modello.

E’ chiaro come, adattandosi alle nuove condizioni, per ForGreen sarà possibile continuare a ricavare valore dalle proprie iniziative di autoproduzione basate d’ora in poi sulla contemporaneità e vicinanza. Se ForGreen sarà capace di cogliere anche questi valori, allora continuerà ad essere protagonista della transizione energetica. Io non ho dubbi che sarà così.

La video intervista a Marco Pezzaglia

Se non vedi il video, clicca qui.

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