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Nasce a Torino la Social Street per le buone pratiche su rifiuti e riuso

Promossa dal notiziario online Eco dalle Città nell'ambito del progetto “Fare società riducendo i rifiuti”, con il contributo della Compagnia di San Paolo, nasce progetto di social street che si sviluppa nel quartiere torinese di Vanchiglia. Attraverso la condivisione e la collaborazione tra i cittadini che si riuniscono attorno al gruppo Facebook "Social Street di via Santa Giulia e dintorni", e sta sviluppando iniziative per lo scambio di buone pratiche nella gestione dei rifiuti.

29/01/2015

29/01/2015Promossa dal notiziario online Eco dalle Città nell’ambito del progetto “Fare società riducendo i rifiuti”, con il contributo della Compagnia di San Paolo, nasce progetto di social street che si sviluppa nel quartiere torinese di Vanchiglia.

Attraverso la condivisione e la collaborazione tra i cittadini che si riuniscono attorno al gruppo Facebook “Social Street di via Santa Giulia e dintorni“, e sta sviluppando iniziative per lo scambio di buone pratiche nella gestione dei rifiuti.

Per questo verranno promossi veri e propri banche del riuso di oggetti fino ad arrivare ad attività di scambio di cibo tra vicini. Coinvolti nell’iniziativa non solo i cittadini del quartiere ma anche supermercati, negozi di alimentari, panetterie, bar e ristoranti che forniscono cibo e altro che potrà essere recuperato e condiviso tra i residenti.

Secondo gli organizzatori dell’Eco dalle Città, “gli elementi cardine per la buona riuscita del progetto sono quindi l’idea di scambio interpersonale e la connessione tra singoli, entrambi legati ad un tema da sempre molto caro ad Eco dalle Città, quello di una corretta gestione dei rifiuti, visti non come scarto ma come risorsa, sia quando si tratta di oggetti e imballaggi, sia quando si tratta di cibo”.

“Oltre alla creazione della social street, tra le iniziative pratiche di “Fare società riducendo i rifiuti” ci sono il monitoraggio delle attività commerciali e dei ristoranti per capire come trattano in particolare il problema degli sprechi alimentari. Sapere cosa succede di tutto il cibo che a fine giornata rimane invenduto e capire se i ristoratori siano attrezzati con vaschette o contenitori, le famose doggy bag, che permettono ai clienti di portare a casa la pietanza non consumata del tutto”.

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