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Le prospettive per un nuovo modello energetico dopo la COP21: intervista a Davide Sabbadin (Legambiente Veneto)

L’appuntamento della COP21, la conferenza mondiale sul clima organizzata dalle Nazioni Unite, si avvicina. Cosa cambierà dopo questo…

15/10/2015

15/10/2015L’appuntamento della COP21, la conferenza mondiale sul clima organizzata dalle Nazioni Unite, si avvicina. Cosa cambierà dopo questo evento, specialmente per il mondo dell’energia verde e sostenibile? Lo abbiamo chiesto a Davide Sabbadin, Responsabile Energia di Legambiente Veneto.

Cop 21, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi, è ormai alle porte e le aspettative di trovare un accordo vincolante tra le nazioni è molto alto. Ma questa conferenza sul clima può davvero portare nuovi elementi di discussione rispetto ai precedenti summit?

Davide Sabbadin
Davide Sabbadin, Legambiente Veneto

“Diverse cose concorrono a fare di Parigi 2015 un vertice diverso. Da un lato molti dei paesi considerati problematici, come l’Indonesia, l’India e la Cina, hanno intrapreso negli ultimi anni delle iniziative, alcune solo formali altre molto concrete, per la lotta ai cambiamenti climatici entrando quindi a fare parte dei paesi che cercano una soluzione. Dall’altro c’è la consapevolezza ormai in tutti che i cambiamenti climatici in atto sono molto più rapidi del previsto e che non c’è più veramente tempo. Inoltre, ormai l’economia mondiale, dai grandi fondi di investimento, alle borse dei paesi sviluppati fino ad arrivare alle grandi compagnie dell’energia si sono accorti che dietro ai cambiamenti climatici ci sono molti investimenti da fare e stanno spostando i capitali progressivamente dal problema verso la soluzione. L’abbandono delle trivellazioni in artico da parte di Shell, la Cina che diventa primo produttore mondiale di energia rinnovabile, i forti investimenti americani e giapponesi nel settore dell’auto elettrica sono tutti segnali che vanno in quella direzione. La Conferenza delle Parti di Parigi sarà con ogni probabilità un evento di portata epocale, se prevarranno il buon senso e l’opinione pubblica”.

Se guardiamo a Cop 21 sembra che siamo tutti in attesa che vengano calate dall’alto, da governi e istituzioni, le proposte di un nuovo modello energetico. Ritieni che invece si non possano trovare modelli sostenibili partendo dai cittadini?

“In effetti la Cop 21 ha speranza di poter riuscire proprio perché negli ultimi 15 anni nel mondo le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e di resilienza, ovvero di adattamento, sono state portate avanti in primo luogo da cittadini ed autorità locali. In particolare nel campo delle energie rinnovabili il nostro paese ha fatto più di chiunque altro: nessun paese industrializzato al mondo può vantare il 10% della propria produzione energetica prodotta dal sole e ben pochi sono i paesi che possono vantare un 40% di produzione elettrica da fonti rinnovabili. Anche sul fronte del ciclo dei rifiuti, che sempre consumo energetico e di materie prime è, l’Italia fa scuola in Europa e nel mondo, con regioni come il Veneto che sono leader assolute nel riciclaggio e nel recupero di materiali. Tutto questo, questa grande rivoluzione in atto che da speranze per la COP 21 perché indica soluzioni concrete e funzionanti, è stato possibile solo attraverso la volontà dei singoli, attraverso i piccoli gesti dei cittadini”.

Se “dal basso” possano arrivare risposte concrete, in che modo Legambiente è impegnata al supporto della nascita e dello sviluppo di nuove comunità energetiche?

“A partire dal 2016 vogliamo individuare dei percorsi, con i nostri circoli locali, per cominciare a spingere verso la “pro-attività” dei cittadini e della comunità. Pensiamo che attorno al concetto di energia si possa ritrovare quella capacità di stare assieme e risolvere i problemi (globali ma anche concretamente personali, se pensiamo al costo delle bollette) che un po’ si è persa negli ultimi anni. Si è persa la capacità di trovarsi in piazza, mettere assieme le forze e risolvere un problema che riguarda tutti, come facevano i nostri nonni e i nostri antenati di fronte ad un’emergenza. Ecco, l’emergenza energetica non è diversa e pensiamo che con una spinta informativa e culturale potremo accompagnare alcuni circoli di Legambiente a diventare volano per la creazione di cooperative energetiche, partendo magari dall’acquisto di energia pulita dalla rete”.

In ForGreen stiamo promuovendo modelli energetici in “sharing”. Ma il fenomeno della sharing economy, ovvero dell’economia della condivisione, che risultati ritieni possa portare in termini più ampi di sostenibilità energetica, ambientale ed economica?

“Quando molti anni fa ormai inventammo i gruppi di acquisto solare, in qualche modo stavamo applicando un modello comunitario al tema dell’energia: non era ancora sharing economy, ma le cooperative energetiche lo sono, sono il passo successivo. Sono l’energia 2.0, per usare un termine un po’ abusato. Il modello della sharing economy, in qualche modo, è un modello avanzato di economia perché riduce il consumo di risorse per fare le stesse cose. E’ semplicemente più efficiente. Se dieci famiglie usano l’auto saltuariamente, perché produrre dieci auto e vederle passare il tempo per lo più in garage quando se ne può produrre una che, con un minimo di coordinamento, serve tutte le famiglie e viene usata al massimo? La sharing economy è questo: è uscire dall’individualismo economico sprecone ed entrare nell’era dell’economia intelligente perché efficiente. Quest’epoca, beninteso, è resa possibile dalla condivisione di dati e informazioni che ci è garantita da internet tanto quanto dalla rinata voglia di fare comunità. La sharing economy sta portando grandi cambiamenti. Pensate al bike sharing ed al car sharing in città come Parigi e Milano: ci sono davvero migliaia e migliaia di persone che hanno venduto la propria auto e si muovono in maniera diversa grazie a questi servizi, e non lo fanno perché sono tutti convinti ambientalisti, lo fanno perché è una soluzione intelligente che a loro conviene economicamente o in termini logistici. In Spagna le aziende di trasporti extraurbani che facevano il servizio tra Madrid e Barcellona hanno dovuto dimezzare i propri costi perché la concorrenza di Bla Bla Car le stava facendo fallire. Ecco un altro esempio di come questi servizi siano realmente capaci di incidere nella realtà”.

 

Davide Sabbadin sarà presente per approfondire queste tematiche lunedì 19 ottobre alle ore 20.45 a Maserada sul Piave, dove ForGreen e Legambiente Veneto, in collaborazione con il Circolo Legambiente Piavenire, presenteranno il tema delle comunità energetiche e dei modelli di sostenibilità per coinvolgere famiglie e cittadini.

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