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Da scarti forestali a carburante aereo grazie al sole

Una ricerca internazionale ha dimostrato la produzione di idrogeno e precursori del combustibile diesel a partire dai rifiuti…

04/07/2019
Una ricerca internazionale ha dimostrato la produzione di idrogeno e precursori del combustibile diesel a partire dai rifiuti ligneocellulosici.

04/07/2019
Trasformare gli scarti forestali e agricoli in una nuova fonte di carburanti solari utilizzabili in campo aeronautico: questo l’obiettivo che si è dato un gruppo di ricerca internazionale, a cui ha preso parte anche l’Istituto di chimica dei composti organometallici del CNR. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Energy e dimostrano fattibilità e convenienza del processo.

La ricerca frutto di una collaborazione tra Cina, Italia, Francia e Germania – ha indagato la possibilità di usare materiali fotocatalitici, ossia che svolgono la loro funzione di catalizzatori quanto attivati dalla luce, per velocizzare la reazione di trasformazione delle biomasse lignocellulosiche. 

Il processo richiede diversi passaggi. In un primo stadio viene impiegato del vapore ad alte temperature (dai 180° ai 230°C) per spezzare le molecole lignocellulosiche in componenti più piccoli (processo di “steam explotion”). La destrutturazione della matrice vegetale produce un liquido a cui è aggiunto il fotocatalizzatore. 

“A questo punto la luce instaura una reazione chimica che dà come prodotto idrogeno e altre molecole – spiega Paolo Fornasiero del Cnr-Iccom – Queste ultime sono dei precursori del diesel, cioè composti che gli assomigliano molto”. Il terzo passaggio completa la conversione dei precursori in carburante diesel vero e proprio.

“Questo carburante – sottolinea Feng Wang, uno degli autori dello studio, ricercatore all’Accademia Cinese delle Scienze – inquina meno perché non utilizza carbonio fossile ma quello riciclabile ottenuto dalle biomasse, prodotti di scarto che costituiscono la più grande fonte di carbonio in natura (circa 120 miliardi di tonnellate di materia secca per anno)”.

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