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Fiab promuove la bici a pedalata assistita

di Andrea Poggio, responsabilità Mobilità sostenibile Legambiente La bicicletta a pedalata assistita convince anche la maggiore associazione di…

12/01/2017

di Andrea Poggio, responsabilità Mobilità sostenibile Legambiente

12/01/2017La bicicletta a pedalata assistita convince anche la maggiore associazione di ciclismo urbano, gli ambientalisti convinti della Federazione italiana amici della bicicletta. È recente l’articolata presa di posizione (http://www.fiab-onlus.it/bici/attivita/varie/item/1598-pedalata-assistita-fiab.html): una relazione del direttore generale dell’associazione, Francesco Baroncini, davanti a tutti i presidenti delle associazioni cittadine del 26 novembre scorso a Genova, un dossier e una presentazione di dati di mercato dell’Ancma (l’associazione dell’industria produttrice). Una riflessione (e una svolta annunciata) che parte dal congresso nazionale del 2012, ad Arezzo, contrassegnata da un “atteggiamento distaccato e diffidente”, ammettono nei documenti ufficiali.

Ma ora la conversione è chiara: “la bici a pedalata assistita ha tutti i vantaggi della bicicletta tradizionale” e in più la prerogativa di avvicinare all’uso quotidiano della bici anche la popolazione italiana che vive nelle nostre città collinari: grandi come Roma, Genova, o medie come Siena, Potenza. Per tutti, la bicicletta a pedalata (pedelec, l’acronimo tecnico) permetterebbe di allungare significativamente i percorsi quotidiano del ciclista e sostituire una quota maggiore di mobilità privata automobilistica.

Ma una distinzione è d’obbligo, come sottolinea Fiab nel documento sotto la voce “problemi”: per direttiva europea, i motori della pedelec hanno una potenza di 0,25 kW, che si riduce progressivamente al crescere della velocità sino ad azzerarsi quando il veicolo raggiunge i 25 Km all’ora. Il motore si aziona solo se il ciclista pedala. Insomma l’assistenza elettrica non elimina il moto, la pedalata, ma permette di attenuare lo sforzo in riprese e in salita. Inalterati dunque gli effetti benefici sulla salute del ciclista abituale e annullati i rischi di incidenti per la velocità. Vincoli che, per le e-bike da velocità o per i motorini elettrici, ovviamente non ci sono. Le biciclette elettriche prodotte in Europa devono infatti rispettare precise norme di sicurezza, sia per la parte ciclistica che per la parte elettrica (EN 14764 e EN 14194):le stesse norme dovrebbero essere rispettate per gli importatori. A causa dei pochi controlli, il condizionale è d’obbligo.

Giuste distinzioni e importanti i “problemi” sollevati da Fiab. Che tradiscono un confronto appassionato tra amanti delle due ruote: quel po’ di motore elettrico che toglie un po’ di fatica, di capacità di regolare gli sforzi, di misurare le proprie capacità, va considerato un tradimento della bici? Del mezzo più ecologico e furbo che l’uomo abbia mai inventato? Noi come Fiab rispondiamo, a certe condizioni, assolutamente no.

La presa di posizione di Fiab ha un valore culturale e politico, perché riconosce e stimola i comuni e i pianificatori a tener in maggior conto della bicicletta nel futuro del traffico, nella sosta, nei controlli antifurto, nel ridisegno delle strade. La bicicletta a pedalata assistita ha ancora un ruolo marginale in Italia, appena 56mila vendute nel 2015, ancora prevalentemente mountain bike. Non è così in Europa, dove se ne sono vendute 1 milione e 357 mila nel 2016 e si supererà il milione e 700mila nel 2016: in Europa solo il 20% sono mtb per il tempo libero, l’80% delle e-bicke serve gli spostamenti quotidiani. In Olanda, paese di 16 milioni di abitanti, quasi tutti ciclisti, le bici a pedalata assistita sono oltre un milione, in Germania nel 2016 se ne sono vendute 560 mila, dieci volte l’Italia, e il circolante sono oltre 3 milioni. Ma il primo mercato al mondo per la bici elettrica non è europeo: in Cina ne circolano 200 milioni e solo lo scorso anno se ne sono vendute 35.

Una considerazione finale, tanto per discuterne appassionatamente tra ciclisti nelle città d’Italia: le bici che invaderanno l’Italia non saranno solo un po’ più elettriche, ma dotate di cinghia in poliuretano, forse cambio automatico, elettronica, App, blocco antifurto. Si trasformerà, come sta accadendo al monopattino, alle tavole (o skateboard) al monoruota giroscopico con motore elettrico e ad altri mezzi di cui non esiste ancora traduzione in italiano, come il segway, l’overboard…

Articolo pubblicato con la gentile concessione di La Nuova Ecologia.

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