Filosofia del camminare: il decalogo del viaggiatore a piedi
È tempo di vacanze, e per i nostri lettori attenti a stili di vita sostenibili può essere interessante…
28/07/2016
28/07/2016È tempo di vacanze, e per i nostri lettori attenti a stili di vita sostenibili può essere interessante ricevere dei piccoli consigli su modalità di viaggio autentiche e rispettose dell’ambiente. Per questo vi riportiamo il decalogo sulla “Filosofia del Camminare” della Compagnia dei Cammini, associazione dedicata al turismo responsabile. Questo testo è un piccolo tesoro da leggere e tenere a mente per chi sta per partire per un viaggio a piedi e vuole riappropriarsi di un modo di vivere le vacanze dettato dai ritmi della natura.
Filosofia del Camminare
- Per partecipare a un cammino devo liberarmi dalle ansie della quotidianità e lasciarle a casa. Camminare mi aiuta a liberare la mente dagli stress, facendo emergere la soluzione ai problemi, e a scaricare l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro. Cercherò di far emergere la gioia e di condividerla con gli altri.
- Impariamo a vivere in gruppo. Accetterò le dinamiche del gruppo in cui sono inserito; i singoli componenti del gruppo possono anche non piacermi tutti, ma ora faccio parte di quel gruppo, per alcuni giorni imparerò a conviverci. Mettendo a disposizione del gruppo le mie conoscenze e anche le mie cose, nello spirito di condivisione.
- Metterò a conoscenza il gruppo delle mie sensazioni e dei miei stati d’animo: tenermeli dentro non aiuta il gruppo a capire come mi sento. Informerò la guida se avrò problemi: se può, farà di tutto per risolverli.
- Cercherò di accettare gli imprevisti. Niente è irrimediabile e durante un cammino gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Perdere un sentiero, arrivare col buio, non trovare viveri là dove si aspettava, sono imprevisti che spesso hanno qualcosa da insegnarci.
- Il cammino richiede un buono spirito d’adattamento. Lo spirito d’adattamento mi farà apprezzare esperienze che mai avrei pensato (dormire una notte all’aperto, sotto la luna piena – per esempio – è una cosa che pensavo di non fare mai, e invece… ecco la magia!).
- Valorizzerò l’incontro. L’incontro con le persone che vivono dove sto camminando. Perché è l’incontro il vero valore del cammino, l’incontro con la natura fuori e dentro di noi, l’incontro con chi vive in modo semplice, che ha tanto da insegnarci, l’incontro con i pastori, l’incontro con persone speciali che hanno avuto il coraggio di scelte di vita controcorrente.
- Non correre! Per scoprire la pace interiore della lentezza consapevole, imparerò a camminare con passo lento, guardandomi intorno, perché c’è sempre un fiore nuovo, un insetto, un colore che aspettano per stupirmi. Il cammino non è competizione, anzi il ritmo del gruppo si deve adattare al ritmo del più lento.
- Scopri il silenzio! È bello il viaggio in gruppo perché si conosce gente nuova, si comunicano esperienze e si approfondisce la conoscenza degli altri. Ma non devo dimenticare il lavoro su di me. Durante il cammino scoprirò anche la bellezza del silenzio, dell’ascoltare il mio passo, il mio respiro, i suoni della natura. I compagni di cammino sono sicuro me ne saranno grati!
- I viaggi a piedi sono utili per imparare a distinguere tra superfluo e necessario. Si scoprirà allora che cosa è necessario mangiare e cosa invece è abitudine, si scoprirà cos’è necessario nell’igiene quotidiana, nelle comodità, ecc. Eliminando il superfluo dagli zaini e dalle menti tutto sarà più leggero.
- Non caricherò la guida di troppe aspettative. La guida è a mia disposizione per risolvere ogni problema, ma non mi scaricherò su di lei se la mia scelta non era sufficientemente motivata e ponderata. Mi chiederò piuttosto perché ho partecipato proprio a questo cammino, quali erano le mie aspettative e dove sono venute meno. E forse scoprirò che comunque qualcosa da insegnarmi tutto questo ce l’ha.
Questo decalogo è stato realizzato da Luca Gianotti ed è stato ripreso dal sito della Compagnia dei Cammini.