Skip to main content
La tua cooperativa energetica sostenibile
Area Soci | Aderisci a WeForGreen
Innovazione sostenibile Progetti sostenibili

La bioplastica dal legno che si degrada in 3 mesi

La Yale University testa le grandi capacità di questo prodotto La bioplastica è già da tempo oggetto di…

La Yale University testa le grandi capacità di questo prodotto

La bioplastica è già da tempo oggetto di studio nei laboratori scientifici di tutto il mondo. Negli anni gli scienziati si sono rivolti ad un’ampia gamma di biomasse, come punto di partenza rispetto al petrolio. Gusci d’uova, scarti del cotone, rifiuti ittici o della frutta, sottoprodotti alimentari e alghe vegetali sono solo alcuni degli elementi da cui si cerca di produrre plastica biodegradabile. L’ultimo progresso in questo campo arriva dalla Yale University degli Stati Uniti d’America. 

Un gruppo di scienziati ha ottenuto una bioplastica dalla polvere di legno, in grado di unire buone prestazioni meccaniche ad un’alta degradabilità naturale. Nello studio pubblicato su Nature Sustainability i ricercatori descrivono il processo di trasformazione. Grazie ad un solvente eutettico, sono riusciti a decostruire la matrice porosa del legno in un impasto liquido ad elevata viscosità, che può essere colato e laminato senza rompersi.

La bioplastica ottenuta dal legno è stata quindi testata sul lungo periodo, per valutare gli impatti ambientali rispetto alle plastiche comuni. I risultati sono ottimi e dimostrano un’elevata solidità meccanica, una buona capacità di trattenere liquidi e resistenza ai raggi UV. Il risvolto più sorprendente riguarda la sua capacità di degradarsi nell’ambiente. I test hanno dimostrato che questa bioplastica è in grado di degradarsi completamente nel suolo in soli tre mesi.

Yuan Yao, professore di ecologia industriale alla Yale e co-autore dello studio, ha affermato “Il gruppo ha già iniziato a lavorare con un ecologo forestale per creare modelli di simulazione che colleghino  il ciclo di crescita delle foreste con il processo di produzione”.

06/05/2021Foto di FreePhotos da Pixabay

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.

Altri articoli che potrebbero interessarti

Innovazione sostenibile Mobilità sostenibile

Eco-drive: i dieci comandamenti per una guida più “verde”

05/02/2015 Nell'ambito della campagna di adesione a M'illumino di meno da parte della Cooperativa WeForGreen, abbiamo scelto di proporre consigli per risparmiare energia alla guida. Grazie al decalogo descritto nel progetto eco-driving, la campagna europea per la sensibilizzazione degli automobilisti rispetto ai consumi e all'inquinamento, riportiamo le piccole regole che se seguite possono cambiare in meglio le nostre abitudini e consumi alla guida. Ottime pratiche quotidiane per migliorare la sostenibilità ambientale che consentono allo stesso tempo di risparmiare energia.

Continua
Progetti sostenibili

L’accumulo di energia? Batterie o sharing

22/05/2014 Secondo una tendenza che si sta sempre più delineando in Italia ed in Europa, per un accumulo domestico dell'energia rinnovabile ci sono due soluzioni: le batterie oppure le cooperative. Due soluzioni apparentemente distanti, ma che hanno un filo comune: la massimizzazione dell'autoconsumo. L'analisi parte dal fatto che il fotovoltaico, tecnologia per l'autoproduzione di energia più diffusa tra i cittadini, produce nelle ore diurne. Ore nelle quali spesso il consumo domestico è basso e per questo buona parte dell'energia prodotta viene immessa in rete e non autoconsumata. Da un campione di impianti domestici, è emerso che il 48% dell'energia prodotta non viene consumata. Spreco? No sicuramente, in quanto viene comunque immessa nel sistema elettrico energia pulita, ma per il proprietario dell'impianto fotovoltaico il beneficio dell'autoproduzione viene meno.

Continua