Microplastiche, il progetto di recupero premiato da Google

Il 18enne irlandese Fionn Ferreira è stato premiato con il Google Science Fair per lo sviluppo di un metodo per la magnetizzazione (e il recupero) delle particelle di plastica.


Le microplastiche sono tra gl’inquinanti più diffusi sul Pianeta e un probabile rischio per la salute umana. La messa a punto di un innovativo metodo per depurarne le acque di scarico è valso a Fionn Ferreira, diciottenne irlandese appassionato di scienza, il prestigioso Google Science Fair, il premio da 50 mila euro riservato alle migliori innovazioni di ragazzi e ragazze tra i 13 e i 18 anni.

Il giovanissimo scienziato ha sfruttato il processo di polarizzazione di un liquido sottoposto a campo magnetico (il cosiddetto ferrofluido) per catturare fino all’85% di frammenti microscopici di plastica immersi dentro una soluzione acquosa. Un’innovazione nata e cresciuta tra le mura domestica di Fionn, che abita in una delle più remote cittadine costiere d’Irlanda, a Ballydehobm, nella contea di Cork.

Fionn ha sfruttato l’intuizione di un altro ricercatore ben più affermato, Arden Warner, fisico presso il Fermi National Accelerator Laboratory di Chicago, autore di uno studio in cui sosteneva la possibilità di utilizzare la polvere di magnetite, un ossido di ferro presente in natura e innocuo per le forme viventi, per ripulire le acque contaminate da sversamenti di petrolio. Fionn ha pensato di applicare lo stesso principio anche alle microplastiche che, come il petrolio, non sono polarizzate e tendono quindi ad essere miscibili.

Il giovane irlandese ha quindi testato la sua teoria su 10 tipologie di plastica tra le più diffuse (HDPE, Epoxy, LDPE, Nylon, PET, Poliestere, PS, PP, PVC e anche sulle fibre sintetiche prodotte dai tessuti dopo un ciclo di lavatrice): dopo aver inserito le microplastiche (particelle con meno di 5 mm di diametro) nell’acqua, ha aggiunto prima un composto oleoso e poi la polvere di magnetite. Dopo aver prelevato le chiazze oleose magnetizzate, Fionn ha analizzato i campioni grazie a uno spettrometro (fatto in casa) e a un microscopio digitale: l’acqua è risultata “ripulita” in media dall’87.6% ± 1.1% delle microplastiche precedentemente aggiunte.

Un’innovazione che potrebbe trovare applicazione come sistema di filtraggio efficace ed economico per le acque reflue dei centri abitati e degli impianti industriali

Commenti 2

  1. chissà quando e quanto tempo ci vorrà perchè si espandi e si concretizzi questa idea, le cose più belle sono sempre le più difficili da approvare e diffondere.

    1. Post
      Author

      Buongiorno Leonardo,
      speriamo nella buona riuscita di questa soluzione, e che nel futuro ce ne sia sempre meno bisogno. Le auguriamo una buona giornata!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.