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Re-Cig e la seconda vita dei mozziconi

Si tratta di un perfetto esempio di economia circolare e di riciclo rivolto a rifiuti tanto particolari quanto…

17/11/2022

Si tratta di un perfetto esempio di economia circolare e di riciclo rivolto a rifiuti tanto particolari quanto (purtroppo) diffusi: i mozziconi di sigaretta.

17/11/2022Si chiama Re-Cig ed è una start-up nata nel 2019 dal “vizio” per il fumo dei due fondatori, Marco Fimognari e Nicola Bonetti che partendo dalla pervasività di questi rifiuti e dei loro componenti, hanno iniziato ad interrogarsi su come utilizzare una mole di materiali tanto ingente e non lasciarla dispersa nell’ambiente.

I mozziconi di sigaretta sono infatti tra i rifiuti maggiormente diffusi sul pianeta: solo nel Mediterraneo ogni anno ne vengono abbandonate 850.000 tonnellate, rappresentando il 40% della spazzatura che si trova nel nostro mare. Il filtro di una sigaretta contiene più di 200 sostanze tossiche, di cui almeno 70 cancerogene, e impiega 2 anni per degradarsi naturalmente.

Come funziona?

Il processo è semplice. Re-Cig installa i propri posaceneri e fornisce contestualmente all’impresa o al centro commerciale delle unità di stoccaggio capaci di contenere oltre 100 mila mozziconi dove gli smokers point andranno svuotati una volta pieni. Poi, con cadenza regolare questi maxi-contenitori vengono svuotati e portati nel capannone a Cirè di Pergine Valsugana.

L’impresa si occupa infatti di tutte le fasi del processo: trasporto e installazione Smokers Point, svuotamento e pulizia e report mensile sulle quantità raccolte. Una volta raccolti, i mozziconi di sigaretta possono essere avviati al riciclo attraverso un processo che li purifica e il cui brevetto è detenuto dalla start-up. 

Il processo di trasformazione produce un polimero plastico che può avere svariati utilizzi: in questo momento Re-Cig sta esplorando le possibili collaborazioni con aziende di prodotto locali. 

Il percorso che ha portato alla nascita di Re-Cig è iniziato nel 2016, quando il team dell’azienda ha iniziato a fare ricerca sulla possibilità di riciclare i mozziconi: dopo due anni e grazie alle collaborazioni con l’Università degli Studi di Trento il progetto ha acquisito la propria identità e nel 2019 è stato incubato da Progetto Manifattura, a partire dal quale ha potuto far sviluppare il proprio modello di business, che negli ultimi anni continua a crescere.

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