L’impianto energetico che trasforma la CO2 in roccia
Lanciato in Islanda il mix di tecnologie che catturerà la CO2 direttamente dall’aria e la inietterà nel sottosuolo…
19/10/2017
19/10/2017
La società svizzera Climeworks, di cui vi avevamo già raccontato, ha inaugurato a Hengill, in Islanda, l’ultima evoluzione della tecnologia di CCS (carbon capture and storage- cattura e stoccaggio del carbonio): un macchinario pilota che trasforma la CO2 in roccia.
E’ stato installato alla base della centrale geotermica Hellisheidi perché nei pressi di questi impianti ci sono sempre piccole emissioni di anidride carbonica, che non provengono ovviamente dalla combustione, ma dai gas disciolti nell’acqua calda pompata dal sottosuolo alla superficie.
Climeworks ha puntato proprio a questa piccola percentuale per realizzare il primo impianto al mondo “carbon negative”, un modello energetico che anziché aumentare il contributo di CO2 in atmosfera, lo diminuisce. L’impianto pilota unisce la tecnologia creata dalla stessa Climeworks per rimuovere il biossido di carbonio dall’aria (Direct Air Capture – DAC) a quella di mineralizzazione messa a punto dal progetto europeo CarbFix2.
CarbFix2 è un’iniziativa di ricerca guidata da Reykjavik Energy e finanziata, in parte dal programma Horizon 2020: il progetto aveva previsto l’iniezione di 18.000 tonnellate di diossido di carbonio, disciolte in grandi quantità d’acqua, in una roccia ricca di basalto. L’anidride carbonica a contatto con il basalto ha reagito piuttosto rapidamente formando un minerale solido in carbonato.
Naturalmente, il costo economico della diffusione su larga scala per questo tipo di tecnologia rimane ancora oggi improponibile, ma l’accoppiamento di questa tecnologia con quella di rimozione diretta del diossido di carbonio dall’aria, costituisce una prima volta a livello mondiale!
temo sia un incentivo al prolungamento dell’uso delle fonti di energia fossile